Il mito di Creazione Maori


Quando Ranginui il padre Cielo e Papatuanuku la madre Terra si stringevano l’uno all’altro, i loro figli si lamentavano amaramente perché nessuna luce poteva penetrare e rimaneva pochissimo spazio per potersi muovere. Ranginui e Papatuanuku non volevano dividersi e non prestavano attenzione ai lamenti dei loro figli. Quando nacque il figlio più giovane, la vita divenne insopportabile. Il nuovo figlio era molto irrequieto e aveva un temperamento… come dire… terribile. Venne chiamato Raumoko e nominato dio dei vulcani. Raumoko amava sua madre Papatuanuku ardentemente e spesso spingeva le sue lunghe dita di fuoco per tutto il suo corpo, per scaldarla. Sia Rangi che Papa lo hanno viziato, perché era il loro potiki adorato. Un giorno i fratelli più grandi tennero un hui. Ruamoko era troppo giovane così non fu invitato. I fratelli decisero di separare i loro genitori e scelsero Tane Mahuta, dio della foresta e degli uccelli, per eseguire la separazione. Tane Mahuta mise giù Papa e spinse Rangi in su. La Luce irruppe nel mondo. Tangaroa estese le sue acque intorno a Papa e Tawhiri Matea, dio del vento soffiò nello spazio vuoto fra i suoi genitori. Ruamoko sbirciò dalle braccia materne e ululò di rabbia alla vista delle lacrime di suo padre e all’angoscia di sua madre. Il terreno si aprì e Ruamoto gettò fango bollente ed enormi nubi di vapore fetido. I suoi fratelli fissarono sgomenti la furia del loro fratellino minore. “Come osate” gridò Ruamoto e la terra si scosse alla sua voce. “Come osate” gridò e prese i fuochi da dentro Papatuanuku e li fece eruttare in alto fino al cielo. Così Ruamoko ha ululato e si è agitato in collera per molti giorni finché Papatuanuku non ha piegato le sue braccia intorno a lui cantando, per farlo addormentare. Il tempo passò. Ranginui smise di piangere per Papatuanuku e Papatuanuku cominciò ad interessarsi al lavoro dei suoi figli, specialmente quando cominciarono a vestirla con tuniche colorate. Ma Ruamoko era ancora bambino e un bambino piuttosto irascibile. Quando si svegliava dai suoi pisolini aveva la brutta abitudine di scuotere rudemente Papatuanuku e dopo lanciare fango e vapore bollente e puzzolente nell’aria. E quando Papatuanuku non riusciva ad addormentarlo col suo canto, Ruamoko lanciava rossi fiumi di fuoco nelle foreste di Tane Mahuta, oppure spingeva isole di roccia fusa nelle acque di Tangaroa. E, parlando ai suoi fratelli diceva: Ko Ruamoko, e ngunguru nei, Au, au, aue ha! Ascoltate il rimbombo del Dio delTerremoto! Au, au, aue ha!